PRODUZIONE ANNUALE MEDIA

1800 bottiglie

PEZZA-Piedirosso-fossodegliangeli-296x1100

pezza

Denominazione: Sannio DOC Piedirosso

Certificazione: Biologico cod. ente IT009

Zona: Casalduni

Uve: Piedirosso 100%

Anno d’impianto Vigneto: 2012

Terreno: argilloso calcareo 

Altitudine: 400 mt. s.l.m.

Esposizione: sud sud-ovest

Allevamento: guyot 3500 ceppi/ha

Production: 50 ql./ha

Epoca di raccolta: fine ottobre

Raccolta: manuale in cassette

Vinificazione: Fermentazione con lieviti indigeni in acciaio, macerazione per circa 20 giorni, svinatura e pressatura delle vinacce.

Affinamento in acciaio circa 6 mesi, affinamento in bottiglia per circa 6 mesi

Descrizione organolettica: Colore rosso rubino, con profumo intenso e floreale di violetta e rosa, con note fruttate di lampone, mora, ciliegia e fragola, con sentori speziati di pepe rosa e chiodo di garofano. Al gusto è secco, poco tannico e di buona intensità. Vino molto fine. Caratteristica fondamentale è proprio la bassa e delicata componente tannica che lo rende adatto alla cucina di mare. Un classico rosso estivo di beva facile e piacevole.

pratiche agronomiche

inerbimento spontaneo e sovescio invernale, concimazione naturale con letame bovino e equino ad anni alternati. Per la gestione dell’erba sotto fila viene effettuata una lavorazione meccanica del terreno. Utilizzo di prodotti rameici e zolfo, autorizzati in agricoltura biologica, per la difesa contro peronospora e oidio, mentre per la tignola della vite viene eseguito il disorientamento sessuale evitando l’utilizzo di insetticidi che, anche se naturali, andrebbero a danneggiare altri insetti utili.

CENNI STORICI

Il Piedirosso è un vitigno a bacca nera, esclusivamente campano, non essendo coltivato al di fuori della regione. Il suo nome deriva da una peculiarità morfologica del vitigno, il colore rosso dei pedicelli degli acini che ricorda la tinta della zampa dei colombi.

Il vitigno ha origine antichissime, secondo lo studioso Carlucci sembrerebbe che il Piedirosso, coincida con la Palombina nera citata da Herrera – Sederini (XVI secolo), che la ritengono a loro volta, identica alla Colombina della «Naturalis Historia» di Plinio (I secolo).