PERCHE' SIAMO FOSSO DEGLI ANGELI

Le storie dei nostri nonni non sono semplici racconti del passato; sono i fili invisibili che compongono il tessuto della nostra identità. Ogni aneddoto, ogni avventura, ogni sfida vissuta da loro contribuisce a plasmare chi siamo oggi.

In queste storie, fatte di vita quotidiana, di lavoro, di piccole gioie, come lo stupore di ricevere un arancio il giorno di Natale o un pezzetto di cioccolato portato dal fratello che tornava in licenza dal militare, fatte di leggende, raccontate la sera insieme a tutta la famiglia per ingannare il tempo e intrattenere i più piccoli e che sono destinate ad affascinare e perché no far sognare e ispirare le generazioni future.

L’abbiamo sentita raccontare molte volte da nostra nonna Giocondina, questa è la storia di un piccolo appezzamento di terra attraversato da un piccolo ruscello, il Farinello, ribattezzato “Fuos d’Angl”.

Si racconta di un lavoro stremante di un caldo tremendo, il periodo è quello più caldo, quando i campi devono essere arati e preparati per la successiva semina del grano, siamo ad agosto, da poco è terminata la mietitura del grano che allora si faceva a mano con il falcetto. Le mucche che tirano l’aratro che strappa le zolle aride e nel solco i passi pesanti di un uomo che, dalle prime luci dell’alba, non fa altro che pensare al fresco di quell’ulivo sotto il quale tiene, appeso ad un ramo, la “mappata” un fagotto con un tozzo di pane e nient’atro. L’ora era giunta e prima di riposare all’ombra dell’ulivo , scioglie le mucche dall’aratro e le porta al ruscello ad abbeverarsi, anche lui, arso dal sole, si disseta di quell’acqua che lo rinvigorisce , si sente strano , l’acqua sembra rifrescargli l’anima, e poi vede e capisce il perché di quelle sensazioni, un angelo che appare, prima come un riflesso nell’acqua, poi come una figura splendida che sorge dall’acqua e vola via salutandolo. Da quel giorno questa storia ha attraversato il tempo e quel fazzoletto di terra, che adesso ospita gli olivi piantati dal nostro bis nonno, prende il nome di “Fuoss d’Angl” ruscello dell’angelo.

E’ una storia vera? E’ una storia per intrattenersi davanti al caminetto d’inverno? Non lo sapremo mai, quello che sappiamo e che ci fa sognare, ci fa sperare. Infondo un po’ tutti i contadini, anche oggi, anche quelli meno credenti, quando le cose si fanno complicate, faticose, sperano in un intervento divino affinché tutto sia più sopportabile.

Abbiamo scelto di essere Fosso degli Angeli, tenaci e sognatori continuando a camminare nel solco tracciato da quell’aratro.