DAL 1978 PIANTIAMO AUTOCTONO

IL FUTURO E' NEL PASSATO

DAL 1978 : Il Ritorno all' AUTOCTONO

Nel 1945, nostro nonno Vincenzo eredita terreni dai suoi genitori e, seguendo le loro orme, continua ad amarli e coltivarli con passione. A quel tempo, i vigneti erano prevalentemente a tendone, il tradizionale impianto del Sannio, spesso mescolati con ulivi e coltivati in varietà miste come l’Agostinella, il Tr’bb’dacu, il Piscialetto, il Fiano, la Falanghina e il Greco. In quegli anni, il vino era prodotto per consumo personale o, al massimo, per la vendita locale, con poca attenzione ai dettagli ma un focus sulla sostanza.

Purtroppo, nel secondo dopoguerra, sia il territorio Sannita che le vigne del nonno subiscono un processo di riammodernamento. L’economia era al suo minimo storico e i viticoltori di quel periodo cominciano a piantare varietà più produttive e commerciali come il Trebbiano Toscano, la Malvasia Bianca di Candia o il Sangiovese, abbandonando le varietà autoctone. Negli anni ’70, nostro padre Domenico (in foto a sinistra), assume i lavori in vigna e cambia rotta. Ufficializza l’azienda agricola e inizia a piantare nuovi vigneti.

Nel 1978, sfidando i consigli contrari, avvia il primo impianto di Fiano, 3600 metri quadri a filari con una densità di 2600 ceppi per ettaro. Una scelta audace, poiché il Fiano rendeva poco ed era vigoroso. Nonostante gli scetticismi, nostro padre continua a rinnovare le vigne, reimpiantando varietà autoctone. La sua lungimiranza e costanza dimostrano che aveva ragione. Oggi, al terzo passaggio generazionale, ci lascia gestire e continuare il suo lavoro.

Nel 2012, il nostro primo impianto di Piedirosso e nel 2014 di Sciascinoso. I progetti di recupero delle antiche varietà sono numerosi. Il futuro è nelle radici.